La Dottoressa Luisa Cimmino è Psicologa e Psicoterapeuta. Riceve previo appuntamento
Sono laureata in Psicologia Clinica e specializzata in Psicoterapia Sistemico Relazionale. Prima si svolgere la mia attività privatamente ho avuto occasione di maturare delle esperienze in ambito pubblico prima al Ser.D., come Psicologa a supporto di persone con dipendenze da alcool e droghe, e poi presso i Servizi Sociali del Comune di Acerra in qualità di Psicologa a supporto delle diverse esigenze che i cittadini manifestavano.
Oggi svolgo la mia amata professione sia in presenza che on-line con l’intento di aiutare le persone a liberarsi da tutte quelle sensazioni di malessere che spesso diventano perfino invalidanti.
Mi piace, inoltre, realizzare dei contenuti sui social per cercare di abbattere tabù e pregiudizi sulla figura dello psicologo che ancora persistono in molte persone.
Elaborare il passato per migliorare il futuro
“Voglio veramente continuare a sopportare?”
Questa è la domanda che in molti si pongono prima di decidere di affrontare un percorso terapeutico. Nella vita di tutti noi ci sono stati periodi (più o meno lunghi) dove abbiamo attraversato delle vere e proprie tempeste. A partire da quando si è bambini, nessuna esperienza passa inosservata alla nostra mente. Le relazioni con gli altri, i rapporti con familiari, insegnanti, colleghi… TUTTO viene registrato dalla nostra mente e contribuisce a formare la persona che siamo oggi.
E tutti noi, nel nostro bagaglio di vita, abbiamo una o più esperienze che ci condizionano ancora oggi e che, nei casi più gravi, si sono convertiti in veri e propri disturbi che possono renderci la vita difficile.
Dipendenze, stati d’ansia invalidanti, attacchi di panico, difficoltà nelle relazioni con gli altri, fobie e paure che ci limitano nelle nostre esperienze quotidiane, difficoltà nella relazione col cibo o con il nostro corpo, sono solo alcuni dei malesseri che ho incrociato nella mia attività. Persone normalissime, come me e come te, che ad un certo punto della loro vita si sono chieste: “Ma veramente voglio continuare a sopportare questo malessere senza fare niente?”