La Via Crucis ad Acerra

Via Crucis Acerra Processione venerdì santo

Acerra è la fautrice della processione del Venerdì Santo.

La Settimana Santa è un periodo importante per i cristiani. Gesù Cristo, l’incarnazione di Dio, è un uomo il cui sacrificio è necessario per la redenzione umanitaria. La memoria di questo momento cruciale è ricordata da diverse parti d’Italia.

Acerra, in provincia di Napoli, si interessa alla rappresentazione della processione del Venerdì Santo. Nel comune storico di Acerra, la tradizione della processione è ormai secolare. Si attesta che dalla fine del 1800 la Confraternita del Suffragio di Acerra abbia dato vita a questa rappresentazione storica. Turisti dei comuni limitrofi e fedeli, ogni anno arrivano in tanti per assistere alla festività cristiana più drammatica e densa di significato.

I figuranti che partecipano alla processione acerrana sono 1000, e i loro costumi incarnano la Passione e la Morte di Cristo. La Processione del Venerdì Santo riproduce otto scene fondamentali. I figuranti cominciano con l’entrata di Gesù a Gerusalemme, poi l’Ultima Cena, il tradimento di Giuda Iscariota, la condanna a morte e la crocifissione di Gesù Cristo e i due ladroni. Senza ombra di dubbio la scena più commovente ed emozionante è quella della crocifissione, che si tiene sulle mura del castello Baronale, nel centro storico di Acerra, quando il sole è ormai calato da un po’. Un altro momento toccante è rappresentato dalle ripetute cadute di Gesù, sotto il peso della imponente croce, e delle umiliazioni, dalle flagellazioni che l’uomo subisce dai soldati.

Prima che nascessero le parrocchie nel 1935, e ad Acerra c’era solo la Cattedrale, la Rappresentazione era curata dalla Congrega sotto forma di “Processione dei Misteri”; con la nascita della parrocchia, la comunità del Suffragio è nel suo insieme «corresponsabile» di questo importante momento.

«Tutti i costumi sono realizzati dalla parrocchia» racconta don Nello che precisa: «E’ un appuntamento che coinvolge l’intera comunità per diversi mesi».

«La forma attuale della Processione risale agli inizi degli anni ’70» chiarisce il parroco, e gli acerrani sono molto legati alla Rappresentazione per «svariati motivi: chi per fede, chi per tradizione e chi per emotività religiosa».

La processione è un momento suggestivo e commovente.

«Da sempre il nostro obiettivo è che attraverso la “Processione” passi l’annuncio della Pasqua, e che non si riduca solo ad un appuntamento folcloristico ma che la gente capisca il “fatto” più importante della storia degli uomini: la Passione, Morte e Risurrezione di Gesù». Certamente anche in questo caso la pandemia dovrebbe aver aiutato le persone a «recuperare i valori essenziali» prosegue don Crimaldi.

La gente aspetta la Processione e sono sempre tante le persone raccolte in strade al passaggio della Sacra Rappresentazione. Ma ancora una volta don Nello ci tiene a precisare: «Siamo molto attenti all’età dei figuranti, e in genere favoriamo la partecipazione di ragazzi e giovani adulti, perché sono quelli a cui possiamo maggiormente trasmettere la consapevolezza che stanno rappresentando un “fatto” e non uno “spettacolo”. E soprattutto ci sforziamo di dare loro motivazioni: gli incontri di preparazione, frutto di mesi di lavoro, si sviluppano nell’arco di un anno sui temi della Passione a partire dal Vangelo, e molto spesso si tratta di persone che si avvicinano alla fede per la prima volta».

Indubbiamente «è ancora lungo il cammino di purificazione, per giungere a superare limiti e manifestazioni distorte della pietà popolare, che comunque va salvata nella sua sostanza» conclude il vicario generale della diocesi. E in questa prospettiva si inserisce «il contributo delle Terziarie dell’Addolorata, con ancora il loro stendardo, che nel numero di cento stabilmente partecipano alla catechesi settimanale durante tutto l’anno». Una proposta che da questo 2023 sarà allargata a tutti i raffiguranti affinché per tutto l’anno prendano parte ad un cammino di preparazione e riflessione.